La percezione del proprio corpo influenza autostima e relazioni. Modelli irrealistici diffusi dai media possono aumentare il rischio di disturbi alimentari e disagio psicologico.
Una percezione tra realtà e soggettività
L’immagine corporea, o body image, è il risultato dell’incontro tra parametri fisici e dimensioni psicologiche. Non è quindi solo una misura oggettiva, ma una rappresentazione soggettiva che varia da persona a persona. Studi internazionali hanno mostrato come la preoccupazione per il peso e l’aspetto fisico si manifesti già in età infantile, raggiungendo livelli più alti nell’adolescenza e perdurando anche in età adulta. Il fenomeno risulta più marcato tra le donne, che spesso dichiarano insoddisfazione del proprio corpo anche in condizioni di normopeso, mentre tra gli uomini è in crescita ma ancora meno diffuso.
L’impatto dei modelli sociali e mediatici
Le ricerche hanno evidenziato come donne e uomini tendano a fraintendere le aspettative reciproche, con le prime convinte che la magrezza sia maggiormente apprezzata dagli uomini e i secondi convinti che l’aspetto fisico sia centrale nelle valutazioni femminili. I mass media, attraverso immagini e pubblicità, contribuiscono a diffondere un modello estetico ideale spesso irraggiungibile, capace di influenzare più dei dati reali della popolazione. Questo condizionamento, molto forte nei Paesi industrializzati e nelle fasce sociali elevate, si è esteso anche a culture dove, fino a pochi decenni fa, la robustezza era considerata sinonimo di salute.
Conseguenze e possibili interventi
La rappresentazione corporea incide sull’autostima e sul rapporto con gli altri, e può favorire l’insorgenza di gravi disturbi come anoressia, bulimia, obesità o comportamenti alimentari incontrollati. La complessità del fenomeno rende necessario l’intervento congiunto di figure diverse – medici, psicologi, nutrizionisti e psicoterapeuti – per affrontare in modo efficace le difficoltà legate all’immagine corporea. L’attività fisica ha un ruolo chiave, non solo nella prevenzione ma anche come parte dei percorsi terapeutici, contribuendo a migliorare la percezione di sé e a ridurre i rischi legati ai modelli estetici irrealistici.