Tè verde, benefici reali e limiti di una bevanda sempre più diffusa

Il tè verde è ricco di catechine e antiossidanti, ma i suoi effetti non sono miracolosi: utile per cuore e metabolismo, non sostituisce uno stile di vita sano.

Cos’è e cosa contiene

Il tè verde, ottenuto dalle foglie di Camellia sinensis, si distingue per una lavorazione che evita la fermentazione e preserva gran parte dei principi attivi. Originario della Cina e del Giappone, oggi è diffuso anche in Occidente in numerose varietà.
Dal punto di vista nutrizionale, le foglie conservano vitamine del gruppo B, vitamina K e quantità variabili di vitamina C. Contengono inoltre caffeina e xantine, sostanze che stimolano il sistema nervoso e favoriscono la vigilanza. La componente più rilevante resta però quella polifenolica: circa un terzo del peso secco è costituito da catechine, in particolare epigallocatechina-3-gallato, potente antiossidante.

Benefici per la salute

La ricerca scientifica attribuisce al tè verde un potenziale ruolo protettivo soprattutto sul sistema cardiovascolare. Alcune revisioni hanno evidenziato effetti positivi sulla pressione arteriosa e sul colesterolo LDL, suggerendo un’associazione con la riduzione del rischio di infarto e ictus.
Per quanto riguarda tumori, diabete e malattie metaboliche, gli studi sono promettenti ma non ancora conclusivi. Le catechine sembrano comunque contribuire a rafforzare le difese antiossidanti e a proteggere dall’eccesso di stress ossidativo.
La caffeina presente in ogni tazza (30-50 mg circa) può inoltre ridurre il senso di stanchezza e migliorare la concentrazione. L’effetto dimagrante, invece, risulta modesto: alcune meta-analisi hanno segnalato piccole perdite di peso, ma non clinicamente significative.

Preparazione e precauzioni

Per ottenere il massimo dai principi attivi è consigliabile un’infusione a 70-80 °C per 2-4 minuti. Conservare le foglie o le bustine in contenitori ermetici lontano da luce e umidità aiuta a preservarne la qualità.
Il consumo abituale è considerato sicuro fino a 6-8 tazze al giorno, ma soggetti sensibili alla caffeina dovrebbero ridurne l’assunzione. In gravidanza e allattamento è raccomandata cautela, anche per il possibile effetto sull’assorbimento di acido folico. Gli estratti concentrati in capsule, al contrario delle bevande, sono stati talvolta associati a problemi epatici.
Infine, attenzione alla temperatura: bere bevande troppo calde può aumentare il rischio di danni all’esofago, indipendentemente dal tipo di infuso.