Il Journal of Cell Biochemistry ha pubblicato di recente i risultati di uno studio, condotto dall’Istituto dei tumori di Genova, su un alimento conosciuto alla gran parte della popolazione: la birra. Da sempre questa bevanda è stata al centro di diversi studi per capire se in effetti il suo consumo faccia male alla salute o meno. Considerate che la birra, in assenza di particolari patologie, non ha mai fatto male a nessuno sempre che consumata in quantità moderate.
La birra è composta essenzialmente da quattro ingredienti: acqua, malto, luppolo e lievito e possiede un elevato indice nutritivo tanto da essere definita il “pane liquido”. La birra è un alimento ipocalorico: 250 cc contengono solo 85 calorie per cui è chiaro come il suo consumo non provochi un aumento di peso. La birra fa anche bene alla salute; ricercatori italiani hanno dimostrato, in particolare, come la birra abbia la capacità di creare uno scudo contro diverse patologie tumorali.
La sostanza responsabile sarebbe lo xantumolo, un isoflavone che si trova nell’infiorescenza del luppolo, capace di combattere i radicali liberi responsabili dell’insorgenza dei tumori.
Le ultime ricerche hanno dimostrato come lo xantumolo sia efficace contro i tumori della prostata ma soprattutto delle ovaie oltre ad essere un valido antileucemico.
Il luppolo avrebbe la capacità di contrastare le infiammazioni croniche che molto spesso sono all’origine dell’innescarsi di una neoplasia.
A conforto di questa ipotesi la tesi di molti scienziati secondo i quali, le donne, colpite da tumore al seno, se abituate a consumare circa 300 ml di birra al giorno, abbasserebbero le loro probabilità di incorrere in una recidiva e quindi vedrebbero aumentare la loro aspettativa di vita.