Il British Medical Journal ha pubblicato un articolo nel quale chiede alle case farmaceutiche di essere più chiari, nella stesura dei bugiardini dei farmaci, per rispettare chi ha fatto una scelta alimentare diversa: parliamo di vegani e vegetariani. La protesta è partita da due medici, Kinesh Patel e Kate Tatham, i quali hanno evidenziato come la maggior parte dei medicinali in commercio contenga prodotti di origine animale e quindi non adatti a chi ha deciso di non consumare questi alimenti.
I primi a dover essere informati dovrebbero essere i farmacisti che sarebbero quindi in grado di consigliare i loro pazienti sulle scelte più giuste. I medici di base, d’altro canto, si sono detti in difficoltà, infatti, di fronte alle richieste specifiche dei loro assistiti in quanto non avrebbero a disposizione delle etichettature sufficientemente chiare. Bisogna considerare che, per svariate ragioni, il numero di vegetariani e vegani è in costante aumento.
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Un esempio per tutti è rappresentato da ciò che è avvenuto in Scozia, dove, è stata interrotta la campagna vaccinale dopo che la comunità musulmana ha denunciato la presenza nei vaccini di gelatina di maiale. Al momento solo pochi farmaci corrispondono alle caratteristiche richieste e sono quelli in cui si è utilizzato il lattosio, senza il caglio di maiale, mentre lo stereato di magnesio, di solito proveniente da bovini, maiali e pecore, è stato riprodotto sinteticamente e le capsule confezionate con gelatina vegetale.