Tumore ovarico, passi decisivi della ricerca

E’ definito “killer silenzioso”: il tumore ovarico in Italia uccide ogni anno oltre 2000 donne, ma non dà sintomi specifici nelle fasi iniziali e non esistono strumenti di diagnosi precoce né campagne di screening. Fino ad oggi.

 

Arriva da Bologna un segnale di speranza, dall’assegnazione dell’Addarii Award 2014, il prestigioso riconoscimento internazionale dell’Istituto Oncologico F. Addarii del Policlinico Sant’Orsola, centro di riferimento per tutte le donne con tumori alla mammella e ginecologici. Il vincitore della quarta edizione dell’Addarii Award è Ian Jacobs, preside della facoltà di Medicina e Scienze Umane dell’Università di Manchester e direttore del MAHSC (Manchester Academic Health Science Centre): il medico inglese negli ultimi 20 anni ha condotto studi per individuare un metodo scientificamente rigoroso per una diagnosi precoce del tumore ovarico.

Il cancro epiteliale dell’ovaio è la forma più frequente di tumore ovarico maligno e colpisce maggiormente le donne di età superiore a 50 anni, ma può interessare anche donne più giovani.
Proprio perché è asintomatico la diagnosi è spesso tardiva, oltre il 70% dei casi sono diagnosticati in fase avanzata, quando la malattia è estesa fuori dalle ovaie e dalle pelvi.

 

A che punto siamo: gli studi di Ian Jacobs

Attraverso le sue ricerche Ian Jacobs dimostra che è possibile anticipare la diagnosi di tumore ovarico utilizzando l’ecografia pelvica transvaginale combinata a un dosaggio del marcatore tumorale CA125.

In altre parole, per le donne a maggior rischio di sviluppo della neoplasia, può essere previsto un controllo periodico effettuato tramite ecografia pelvica transvaginale, condotta da un operatore esperto, e la somministrazione di dosaggi periodici del marcatore tumorale CA125. La crescita del CA125 secondo un certo algoritmo (quindi non valutando semplicemente i limiti della norma), abbinata al controllo ecografico, consente di anticipare la diagnosi di tumore dell’ovaio.

Il passo successivo sarà determinante: si dovrà dimostrare che questa anticipazione di diagnosi abbia poi un impatto sulla mortalità per la malattia. I prossimi risultati, che Jacobs presenterà a inizio 2015, ci diranno se la diagnosi anticipata riduca il tasso di mortalità per le donne con tumore ovarico.

 

“Se i dati finali nostro studio, che conosceremo ad inizio 2015, dimostreranno, come spero, una riduzione di mortalità per carcinoma dell’ovaio potremo immaginare un futuro con programmi di screening rivolti alle donne a rischio di sviluppare questa patologia” dichiara Ian Jacobs

 

“E’ una maratona, e noi siamo all’ultimo chilometro. Ma deve essere chiaro che ad oggi, ottobre 2014, non è possibile attivare programmi diffusi di diagnosi precoce per il tumore dell’ovaio –specifica Claudio Zamagni, Responsabile dell’Oncologia Medica Addarii del Sant’Orsola e Presidente del comitato scientifico di Loto Onlus  che continua “Gli studi di Jacobs sono fonte di forte speranza, ma solo se i risultati definitivi di questo studio avranno l’esito positivo che ci aspettiamo, si aprirà la strada per attivare programmi di screening per le donne a rischio intermedio-alto, che sono circa il 40% della popolazione femminile adulta”.

 

Il premio Addarii 2014 conferma l’importanza strategica della ricerca per la cura del tumore ovarico ed è per fare informazione, sostenere la ricerca e dare sostegno a tutte le donne colpite dalla patologia che, sempre a Bologna, ha sede Loto Onlus, l’associazione no-profit che opera quotidianamente contro questa malattia.

Per informazioni http://www.lotonlus.org