Sigarette elettroniche: in alcuni liquidi metalli pesanti nocivi

Uno studio condotto dall’Università di Napoli Federico II ha denunciato la presenza, in alcuni liquidi utilizzati per le sigarette elettroniche, di metalli pesanti nocivi, in particolare arsenico, piombo e cromo. Questa è l’ennesima puntata riguardo l’odissea creata intorno alle e-cgi sin da quando sono comparse sul mercato.

Ciò che adesso è stato chiesto dal Codacons, alla luce di queste nuove scoperte, è che siano controllati a tappeto tutti i liquidi presenti sul mercato italiano ed, eventualmente, ritirare dal commercio tutti quelli ritenuti un pericolo per la salute.

La polemica sulle sigarette elettroniche non sembra si placherà molto presto soprattutto perchè ancora manca una classificazione di questo oggetto. Certo è che il fenomeno delle e.cgi accomuna un pò tutto il mondo anche se ogni Stato poi ha deciso un proprio approccio al prodotto. sigaretta-elettronica

Qualche dato:
LA GRECIA e LA LITUANIA rappresentano i due paesi che hanno proibito in assoluto l’uso della sigaretta elettronica.

Malta le ha regolamentate come “prodotto del tabacco” per cui il loro utilizzo deve seguire le stesse regole delle sigarette tradizionali: divieto assoluto nei locali pubblici.

In Austria, Estonia, Danimarca, Finlandia, Germania, Ungheria, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Slovacchia, Svezia, Belgio, Lussemburgo e Francia considerano le sigarette elettroniche medicinali. In Francia in particolare sono consentite se utilizzate come terapia per smettere di fumare.
Varsavia vieta la pubblicità delle sigarette elettroniche.

In Cina, Kuwait, Mauritania, Australia, Canada, Nuova Zelanda e Turchia l’uso delle e-cig è vietato. Ancora le idee chiare non ci sono, per il momento l’Oms suggerisce ancora di regolamentarle o come dispositivi per il rilascio di nicotina o sotto le norme dei derivati di tabacco.

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