Il National Institute for Health Innovation dell’Università di Aukland ha pubblicato una studio, divulgato poi sulla nota rivista The Lancet, che non va proprio a favore di chi sostiene che l’utilizzo della sigaretta elettronica sia un modo come un altro per smettere di fumare in modo tradizionale.
Anzi, la ricerca ha paragonato la sigaretta elettronica alla stregua dell’ormai noto cerotto alla nicotina. A dirla tutta, dopo aver condotto una studio su 657 fumatori che desideravano smettere, la sigaretta elettronica è risultata un metodo di poco migliore di quelli più tradizionali. 
I volontari sono, infatti, stati divisi in tre gruppi: 292 hanno ricevuto sigarette elettroniche che contenevano 16 mg di nicotina, più o meno la fornitura per 13 settimane, 292 dei cerotti alla nicotina e 73 sigarette senza nicotina. Dopo 13 settimane di esperimento solo il 5,7 % ha dichiarato di aver smesso di fumare. Di questi il 7,3% aveva utilizzato la sigaretta elettronica, il 5,8% il cerotto ed il 4,1 % la sigaretta placebo.
Chi mai potrà assicurarci che in quel 7,3% non ci fossero persone con maggiore forza di volontà e che forse avrebbero smesso comunque anche con la sigaretta placebo? Non dimentichiamo che tutti i volontari avevano dichiarato la chiara intenzione di smettere di fumare.
La risposta certa nessuno potrà mai darcela. Quello che è certo è che la moda della sigaretta elettronica non accenna a passare tanto è vero che a breve sul mercato sarà possibile reperire un modello tutto italiano: in alluminio riciclato, privo di filtri interni sostituiti da un chip, con dimensioni molto piccole, del costo di 140 euro.