La Griffonia simplicifolia è una pianta appartenente alla famiglia delle Leguminosae ed è originaria dell’Africa, della Costa d’Avorio e del Togo. La parte della pianta contenente principi attivi sono i semi, che raggiungono la loro massima efficacia quando di colore nerastro.
Proprio per questo prende il nome di “fagiolo africano”. La fitoterapia negli anni ottanta ne decretò la sua efficacia in ambito terapeutico. In particolare la griffonia è risultata ricca di una sostanza, il triptofano, un neurotrasmettitore capace di migliorare il tono dell’umore, la qualità del sonno, la termoregolazione corporea, e capace di innalzare la soglia del dolore.
La griffonia contiene una sostanza importantissima per il nostro organismo: il 5-Hidrossitriptofano precursore della serotonina che a sua volta regola la produzione di melatonina, regolatrice del ciclo veglia-sonno.
Lo stress, la vita frenetica ,sono in parte responsabili, nella società moderna di disturbi dell’umore e causano soprattutto un mal funzionamento della trasmissione degli impusi nervosi tra neuroni. Da ciò deriva, in molte persone, la necessità di mangiare continuamente, anche in assenza di uno stimolo vero e proprio di fame; in particolar modo si tende a mangiare in modo esagerato carboidrati e zuccheri semplici contenuti prevalentemente in dolci e biscotti.
Si tratta a tutti gli effetti di fame nervosa. L’estratto di semi di griffonia aiuta a ripristinare una condizione di normalità. Per lo stesso principio i semi di griffonia vengono da sempre usati per contrastare depressioni lievi o moderate o casi di ansia, frequente nei cambi di stagione. L’assunzione del principio attivo presente nei semi di griffonia non ha effetti collaterali e, inoltre, non causa dipendenza.
In erboristeria si trovano spesso i semi di griffonia associati alla Melissa, alla Passiflora, alla Rodiola, all’Iperico, altre piante che ne esaltano le potenzialità.