Si stima che di reflusso gastrico soffra circa il 20% della popolazione ed è certo ormai che la maggior parte di essi convive con questa patologia per anni senza riuscire a trovare una soluzione attraverso l’applicazione della medicina tradizionale.
Diversi gli studi che hanno analizzato il problema e che hanno scoperto come il bruciore gastrico aumenta con l’età mentre i livelli di acido nello stomaco con il passare del tempo diminuiscono. Ecco allora che il pensiero comune secondo cui il reflusso acido sarebbe causato da troppo acido nello stomaco, sia in parte infondato.
Il Journal of American Geriatrics Society ha dimostrato come soggetti con più di 60 anni sperimentavano pochi episodi di reflusso gastrico. Uno studio successivo ha dimostrato ancora che le donne in postmenopausa non producono acido. Allora possiamo affermare che il reflusso gastrico è causato principalmente da un malfunzionamento della valvola che separa la parte inferiore dell’esofago dallo stomaco, il tutto scatenato da una pressione intraddominale. Alcune volte però il reflusso gastrico è provocato da altri fattori. 
Uno per esempio è l’infiammazione causata da abitudini sbagliate che possono essere alimentari, comportamentali promo fra tutti un abuso di farmaci o legata, qualche volta, allo stress. Uno di questi motivi o tutti insieme contribuiscono ad aumentare la pressione intraddominale con conseguente comparsa di reflusso. Ricerche scientifiche hanno dimostrato che l’uso costante di farmaci acido-soppressori possono instaurare un circolo vizioso da cui è difficile venire fuori e che, comunque, non risolvono il problema. Esistono dei comportamenti, per lo più alimentari, che possono aiutare a tenere a bada i sintomi.
Mangiare, per esempio, cibi fermentati come i crauti può riequilibrare la quantità di batteri amici presenti nello stomaco.
Aumentare il consumo di grassi come l’olio di fegato di merluzzo o l’olio di cocco aiuta a ridurre le infiammazioni e promuove una sana digestione.