La memoria è il custode di un grande tesoro: i nostri ricordi.
Bisogna conservarla integra, non solo per poter raccontare un giorno tutto ciò che abbiamo vissuto, ma anche per essere sicuri di affrontare giornalmente le operazioni più semplici come ricordarci dove abbiamo parcheggiato l’auto, se abbiamo spento il gas, la luce ecc. Per far questo bisogna allenarla e tenere il cervello in continuo movimento.
I primi colpi si iniziano a perdere intorno ai 45 anni per poi avere un brusco calo intorno ai 65.
Quello che conta, però, non è tanto la nostra età anagrafica, quanto quella biologica cioè il reale stato di salute del nostro corpo determinato dallo stile di vita.
Il cervello inizia ad invecchiare già dalla nascita, in quanto è l’organo più esposto, rispetto agli altri all’invecchiamento.
Una ricerca ha dimostrato che tra i 45 e i 48 anni, sia gli uomini che le donne, perdono circa il 4% delle funzioni cognitive, verso i 60 anni questa percentuale sale all’11%.
Esistono tante variabili determinate soprattutto dall’alimentazione e dall’attività fisica.
E’ risaputo che l’attività fisica migliora la qualità dell’invecchiamento; dal punto di vista cerebrale questo è ancora più evidente.
L’attività fisica produce polifenoli, antiossidanti che attivano i meccanismi di riparazione e difesa delle cellule nervose, e quindi aiutano le capacità di memoria.
Recentamente è stato scoperto, diversamente da come si credeva fino a qualche anno fa, che il cervello può rigenerarsi.
Per farlo è necessario l’impiego del fattore BDNF( FATTORE NEUTROFICO DEL CERVELLO)una proteina che permette l’attecchimento dei nuovi neuroni.
La presenza di questa proteina aumenta con l’attività fisica, se poi è associato al consumo di detrminati alimenti il risultato è potenziato.
Bisogna assumere cibi che evitano lo stress ossidativo come per esmpio gli omega 3 o il BHA contenuto nelle alghe.
Un quinto del nostro cervello è costituito da BHA.
Un esempio di antiossidante notevole è la curcumina, contenuta nella curcuma e in altre spezie come il curry, che ha la capacità di ritardare il decorso di malattie di invecchiamento precoce.
In India, dove la curcuma si assume regolarmente, si è assistito ad una riduzione dell’incidenza dell’invecchiamento.
Anche l’omotaurina, contenuta nelle alghe, ha dimostrato di apportare grandi benefici nella conservazione dei processi cognitivi.
Ultimamente si stanno studiando dei protocolli per allenare il cervello.
In linea di massima, leggere molto o tenerci impegnati in attività che tengono allenato il pensiero logico, aiuta.
Un altro esercizio molto utile è sforzarsi quotidianamente di memorizzare le cose ed in questo l’elettronica non ci aiuta in quanto sono ormai le macchine che ricordano per noi.
Ridurre le quantità di cibo, poi, è utile per tutto il nostro corpo ma soprattutto per il cervello.
Dosi eccessive di cibo infatti, inducono forti squilibri nella gestione degli ormoni, inoltre le variazioni improvvise dei livelli di glucosio possono danneggiare il cervello.
Quest’ultimo utilizza lo zucchero per vivere, quindi, condizioni di iperglicemia lo condizionano notevolmente.
Non è un caso che spesso diabete e Alzheimer vanno a braccetto.
Una curiosità: l’isola di Okinawa in Giappone è il posto con la più alta concentrazione di centenari al mondo ed anche con il più basso tasso di casi di Alzheimer e malattie degenerative.
Non solo muoiono tardi ma in condizioni di salute cerebrali invidiabili.
Il segreto non sta solo nella predisposizione genetica ma, soprattutto, nello stile di vita.
Il loro motto è “alzati da tavola quando hai ancora fame”, inoltre tutti praticano attività fisica anche in età avanzata e la pensione non esiste neanche a 100 anni.
Mangiano una quantità di omega 3 impressionante ed è il paese in cui si consuma più curcuma ala mondo (per loro il curry è contenuto anche in molte bevande).