L’indice glicemico è l’innalzamento del livello di glucosio nel sangue provocato dall’assunzione di alcuni alimenti. Fino a qualche anno fa era opinione comune che tutti i carboidrati semplici, per esempio i dolci, le bibite, facessero salire il livello di glucosio, mentre quelli complessi, le verdure o i legumi, lo rallentassero.
Nel 1982, il dottor David Jenkins, dell’Università di Toronto, dimostrò che il pane bianco innalzava il glucosio più che un gelato, che l’amido delle patate era più dannoso dello zucchero della frutta. Così caddero molte certezze, in quanto fino ad allora tutti gli endocrinologi erano convinti che lo zucchero fosse il maggiore responsabile dell’aumento della glicemia.
L’indice glicemico è essenzialmente una misura numerica. Mangiando carboidrati, questi passano nel sangue e aumenta il livello di glucosio. Questo valore è influenzato da tanti fattori, per esempio, quanto è matura la frutta che mangiamo, il modo in cui abbiamo ingerito un cibo (tritato o meno), il grado di cottura a cui è stato sottoposto, e non da ultimo l’unione di più alimenti.
Per chi ha il diabete, l’indice glicemico, è di fondamentale importanza.
E’ fondamentale sapere che ci sono dei fattori che contribuiscono all’aumento dell’indice glicemico dei carboidrati.
Se la pasta, il riso aumentano molto di volume una volta cucinati, avranno un IG più alto, meglio quindi scolarli al dente.
Il pane integrale, l’orzo e le lentichie hanno un IG basso rispetto al pane bianco o ai cornflakes.
Una nocciolina ricoperta di cioccolato ha un IG più basso rispetto ad una caramella.
Una misura molto importante, oltre all’IG è il carico glicemico, cioè la quantità di cibo assunta.
Per fare un esempio, una quantità ridotta di riso bianco avrà un carico glicemico maggiore di una porzione più grande di riso integrale.
Ancora oggi c’è chi ha dei dubbi che assumendo cibi con Ig basso si dimagrisca, in realtà è dimostrato che questi alimenti aiutano a sentirsi più sazi per cui si ha meno lo stimolo di mangiare. La ricerca e la sperimentazione vanno avanti, in ogni caso è auspicabile che tutti, diabetici e non, imparino a stare più attenti alla propria alimentazione non solo per curare ma anche per prevenire.