Cura per l’influenza: dormire aiuta il sistema immunitario

Un gruppo di ricercatori della Washington State University ha scoperto una proteina presente nel cervello che aumenta il potere di guarigione e accelera il recupero in caso di influenza.
La ricerca è stata pubblicata nel mese di novembre sulla rivista scientifica Brain, Behavior, and Immunity.

Lo studio ha preso in esame topi di laboratorio in possesso di una proteina capace di aumentare la risposta immunitaria al virus. Senza di essa gli animali manifestavano sintomi più gravi di infezione e avevano un tasso di mortalità maggiore rispetto ad altre cavie.

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Dormire aiuta il sistema immunitario

La proteina in questione si chiama Acpb e gli scienziati pensano che possa essere utilizzata per creare trattamenti alternativi all’influenza e ad altre malattie infettive, per esempio attraverso l’utilizzo di spray nasali che ne stimolino la produzione. La proteina Acpb stimola il sistema immunitario aiutandolo a regolare la durata del sonno. I topi presi in esame, privi della proteina, dormivano di meno, crescevano più lentamente, perdevano il loro normale ritmo circadiano e alla fine morivano in un numero maggiore. Il fatto che il sonno sia necessario affinchè il sistema immunitario lavori in modo efficiente, non è certo una novità; riesce infatti a far rispondere meglio il corpo alle infezioni, siano esse batteriche o virali. In cosa è consistito l’esperimento?

I ricercatori hanno inoculato, attraverso uno spray, una dose del virus dell’influenza H1N1 sia ai topi provvisti dell’Acpb sia a quelli che ne erano privi. I topi normali hanno prontamente risposto con il sonno, quelli privi della proteina dormivano molto meno sviluppando nel contempo sintomi più gravi.

Quando il virus dell’influenza entra nel corpo si replica nei polmoni ma raggiunge anche il cervello causando una infiammazione che per reazione induce un aumento del sonno, utile a superare l’infezione. Gli scienziati pensano che questa intuizione possa essere utile per sviluppare nuove terapie neurologiche, in particolare negli anziani che presentano segni di declino cognitivo.