La carne è uno degli alimenti preferiti dal genere umano ma, al contrario di quanto ci hanno sempre insegnato che cioè è una fonte privilegiata di energia, che sazia e che quindi fa bene, uno studio condotto dall’Università di Harvard ha dimostrato che il suo consumo accorcerebbe la vita.
In 28 anni sono state osservate le abitudini alimentari di 40.000 uomini e 80.000 donne notando come, chi aveva consumato maggiori quantità di carne si era ammalato più spesso. Gli studiosi hanno calcolato, infatti, che per ogni porzione giornaliera di carne rossa aumentava il rischio di mortalità del 12-13 %.
La causa principale sarebbe la presenza di grassi saturi, di colesterolo, e di ferro che diventerebbe immediatamente disponibile per l’organismo.

Chi consuma abitualmente hamburger, carne in scatola o insaccati ha dimostrato una percentuale maggiore di incorrere in problemi cardiovascolari.
Sotto accusa anche il modo di prepararla: se si cuoce ad alte temperature libera, infatti, ammine eterocicliche e idrocarburi aromatici policiclici che si sospetta siano cancerogeni.
Sarebbe, quindi, auspicabile sostituire il consumo di carne con noci, nocciole, arachidi, semi oleosi, o in alcuni casi variare con carne bianca o pesce. E’ stato dimostrato che il consumo di pesce diminuisce del 7% il rischio di ammalarsi, il consumo di carni bianche del 14%.
Queste ultime risultano, infatti, povere di mioglobina una proteina che trasporta il ferro alle cellule e sembra sia responsabile di effetti negativi sulle vie urinarie e sull’intestino. Nel pollo e nel tacchino, poi, i grassi sono concentrati per lo più nella pelle che si può tranquillamente eliminare.
Le carni bianche possiedono una maggiore quantità di grassi insaturi, quelli buoni, che proteggono dall’aterosclerosi. Una buona alternativa, poi, è rappresentata dai formaggi magri, dai legumi che riducono il rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari e tumori del 10%.