La balbuzie è stata definita dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, “un disordine nel ritmo della parola, nel quale il paziente sa con precisione ciò che vorrebbe dire, ma nello stesso tempo non è in grado di dirlo a causa di arresti, ripetizioni e/o prolungamenti di un suono che hanno carattere di involontarietà”.
Si tratta a tutti gli effetti di un disturbo del linguaggio, tra i più diffusi, che può essere causato da diversi fattori: fisiologici, psicologici, genetici o dipendenti da fattori ambientali. Va detto che qualsiasi bambino inizi balbettare merita una valutazione medica. Recenti ricerche hanno dimostrato, infatti, come più tempestiva sarà la diagnosi tanto più favorevole sarà la prognosi. Il rischio nel tralasciare questo problema è di far cronicizzare il disturbo fino a farlo diventare intrattabile.
Solo un esperto potrà valutare, infatti, se le disfluenze, così si chiama la difficoltà a esprimere un concetto, possono essere sintomo di balbuzie; esistono infatti dei prolungamenti e delle ripetizioni nel linguaggio che non sono sintomo di balbuzie che al contrario sono riconoscibili essenzialmente dalla loro frequenza, dalla loro collocazione, dalla loro durata, dalla loro incontrollabilità.
Ad oggi si stima che la balbuzie interessi l’1% della popolazione mondiale e che nello stesso tempo il 5% abbia sofferto, almeno una volta nella vita, di qualche episodio sporadico.
I dati riferiscono inoltre che 3 soggetti su 4 vanno incontro a remissione generalmente a distanza di 12-18 mesi dall’insorgenza del disturbo. Esistono dei fattori di rischio dell’insorgenza della balbuzie: i maschi sono i più predisposti, la presenza di uno o entrambi i genitori balbuzienti favorirà la nascita di un bambino con lo stesso problema, il ritardo nello sviluppo del linguaggio può rappresentare un motivo predisponente. Quando un genitore sospetta che suo figlio balbetti, dovrebbe rivolgersi ad uno specialista che adotterà la terapia più idonea al caso. Alcune volte sarà direttamente rivolta al bambino altre volte si vedrà necessario intraprendere una terapia indiretta, ossia che coinvolga la famiglia.
Importantissimo imparare a comunicare con il bambino in una forma verbale quanto più chiara e corretta e, ancor di più, fargli capire che lo accettate per quello che è a prescindere dalla balbuzie. Questo comportamento aumenterà la fiducia, l’autostima e l’autoaccettazione.