Il grasso viscerale è invisibile dall’esterno, ma aumenta il rischio di diabete, malattie cardiovascolari e disturbi cognitivi. Solo stile di vita e dieta lo contrastano.
Cos’è e come riconoscerlo
Il grasso viscerale è un deposito profondo che circonda organi vitali come fegato, pancreas e intestino. Diversamente dal grasso sottocutaneo, non è visibile ma risulta molto più pericoloso perché agisce come un organo attivo, rilasciando sostanze che alterano il metabolismo e favoriscono l’infiammazione cronica.
Un modo semplice per individuare un possibile accumulo è misurare la circonferenza addominale: valori oltre 80 cm per le donne e 94 cm per gli uomini indicano rischio aumentato. Anche persone normopeso possono accumularlo, specie se conducono una vita sedentaria o seguono un’alimentazione ricca di zuccheri e cibi industriali.
I rischi legati al grasso viscerale
Questo tipo di adipe è strettamente collegato a diabete di tipo 2, sindrome metabolica, ipertensione, fegato grasso non alcolico e patologie cardiovascolari. Studi recenti hanno evidenziato un legame anche con alterazioni cognitive, poiché le sostanze prodotte dal grasso viscerale possono danneggiare il cervello. Non si tratta quindi di un problema estetico, ma di un vero indicatore di rischio per la salute generale.
Come ridurlo in modo efficace
L’unico approccio valido combina attività fisica regolare, alimentazione equilibrata e gestione dello stress. Un mix di esercizi di resistenza e di forza stimola il metabolismo e favorisce la riduzione del grasso viscerale, mentre una dieta di tipo mediterraneo, ricca di vegetali, cereali integrali, legumi e olio extravergine, contrasta l’infiammazione e migliora il controllo glicemico. Anche il riposo adeguato e la riduzione dello stress hanno un ruolo determinante, poiché il cortisolo elevato favorisce l’accumulo di adipe addominale.