Quando nasciamo il bisogno primario più impellente è quello di nutrirci e il primo piacere lo proviamo bevendo il latte dal seno della mamma.
Una volta diventati grandi il mangiare continua ad essere un bisogno indispensabile, così come l’attività riproduttiva. Tra sessualità ed alimentazione c’è, quindi da sempre, un legame psicoemotivo che rimarrà tale per tutto il resto della vita, tanto è vero che molte volte quando ci sono alterazioni dell’equilibrio psicofisico, queste si manifestano con alterazioni del rapporto con il cibo e con il sesso.
La seduzione passa attraverso il cibo, non solo quando ricorriamo a cibi che ci hanno insegnato essere afrodisiaci ma anche e soprattutto al modo di cucinarli, al ristorante che scegliamo se andiamo a cena fuori, al modo in cui apparecchiamo la tavola. Scientificamente è difficile sostenere la capacità afrodisiaca di un cibo piuttosto che di un altro, ma oggettivamente un piatto di ostriche sarà più invitante di uno di pasta e fagioli. Bisogna considerare però che la personalità di ognuno cambia un po’ le carte in tavola, per cui se ci convinciamo che quel cibo è afrodisiaco molto probabilmente otterrà l’effetto desiderato.
Non è forse vero che la maggior parte egli appuntamenti si tramutano in una cena? Questo perchè osservando il modo in cui l’altro si comporta a tavola, cosa gli piace, e cosa no, quanto sono grandi le porzioni che mangia, possiamo cogliere degli indizi sul carattere e soprattutto sul modo di relazionarsi con il prossimo.
Un buon indizio ci può essere dato, per esempio, da come si comporta con il cameriere, dal dettaglio se ci versa o meno da bere. Da non trascurare che, secondo gli antropologi, come ci si comporta a tavola fornisce sempre un indizio di come ci si comporta tra le lenzuola. Un recente sondaggio condotto su 10mila tra uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 50 anni, ha scoperto che oltre il 60% per il primo appuntamento sceglie un aperitivo o una cena a ristorante evitando le quattro mura domestiche.
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Poi, man mano che la relazione si consolida si tende ad aprire le porte della propria casa, della propria cucina, del proprio frigorifero. Arrivare a cucinare per l’altro o con l’altro, presuppone un coinvolgimento emotivo superiore in quanto avremo fatto la spesa pensando ai gusti dell’altro e ci saremo impegnati a creare una certa atmosfera.
Dunque, se state pensando di fare colpo con una cena magari preparata con le vostre mani, osservate queste semplici regole:
1) informatevi bene sui gusti dell’altro, potrebbe essere vegetariano o magari soffrire di alcune intolleranze.
2) nessuno vi chiederà di preparare un piatto da chef ma, quantomeno, non improvvisate e cercate di puntare su un piatto che avete provato almeno tre volte e soprattutto scegliete ingredienti di qualità.
3) se, per caso, siete a dieta, per quella sera dimenticatevene: vedere una persona che a tavola mangia con gusto rimanda ad un apprezzamento di altri piaceri. Se iniziate a piluccare, farete passare qualsiasi tipo di appetito.